Vertebroplastica percutanea

Patologia

Le fratture vertebrali osteoporotiche sono tipicamente fratture da compressione, spesso causate da traumi minimi (od anche per movimenti usuali) in pazienti affetti da osteoporosi, una malattia metabolica che induce la riduzione della massa ossea. Queste fratture sono più di frequente appannaggio del sesso femminile dopo la menopausa, anche se altre condizioni patologiche particolari possono indurle più precocemente.

mannino.marco_osteoporosi1-6

A sinistra la trabecolatura normale di una vertebra; a destra la trabecolatura di una vertebra osteoporotica.

Le fratture vertebrali osteoporotiche vengono definite da “compressione” poiché conducono al collasso del corpo vertebrale allorquando le forze che devono sostenere eccedono la loro resistenza.

mannino.marco_ostoporosi2-3

 

Indicazioni Chirurgiche

Il trattamento delle fratture osteoporotiche spesso è conservativa, con riposo a letto e utilizzo di bustini (dorsali o lombari a seconda della sede) per un periodo di circa 3 mesi. Esiste per tali fratture la possibilità di eseguire intervento chirurgico mini-invasivo, denominata vertebroplastica percutanea. Scopo della procedura chirurgica è quella, iniettando uno speciale cemento di consolidare la vertebra, favorendone la rapida guarigione, evitando quindi il prolungato uso di farmaci, limitazioni funzionali e utilizzo di busti.

Tecniche Chirurgiche

Il paziente viene posizionato prono. Si esegue il centraggio della vertebra/e da trattare con amplificare di brillanza o nel nostro caso con O-arm. Una volta individuata la vertebra si esegue l’anestesia locale. Si posizionano quindi uno  o due aghi per vertebra, sotto controllo fluoroscopico o TC con eventuale ausilio della navigazione spinale.

Schema Vertebroplastica

Si inietta quindi lentamente il polimetilmetacrilato (PMMA), un cemento biocompatibile che si consolida all’intervento della vertebra in tempi molto brevi, attraverso una reazione chimica in grado di sviluppare calore, determinando la scomparsa del dolore e la stabilizzazione della vertebra fratturata.

Vertebroplastica

A e B: Sequenze RMN che documentano frattura di L1. C e D: la vertebra dopo l’iniezione del cemento.

Risultati

Risultati clinici soddisfacenti sono segnalati in oltre il 90% dei casi trattati,  con una cospicua o completa riduzione del dolore potendo così smettere di indossare il busto, ridurre o sospendere l’assunzione di farmaci analgesici e migliorare così la qualità della vita.

Complicanze ed Insuccessi

È possibile che si verifichino piccoli spandimenti di cemento all’esterno del corpo vertebrale e, in casi rari, anche all’interno del canale vertebrale. In circa il 3% dei casi si può avere una riacutizzazione temporanea del dolore per interessamento delle strutture radicolari. Le complicanze gravi legate alla procedura sono rare (<0,1%) e consistono principalmente nell’embolia polmonare a causa di migrazione del cemento nei vasi polmonari[1]. e nella compressione midollare da migrazione del cemento nel canale vertebrale. L’esperienza dell’operatore e una buona apparecchiatura radiologica di guida sono fondamentali al fine di evitare tali complicanze.

Trattamento Riabilitativo

La terapia riabilitativa in pazienti con frattura vertebrale è da suddividersi nelle varie fasi del processo patologico. Un’adeguata impostazione fisioterapica favorisce durante l’utilizzo del busto un  training del passo e della deambulazione, con anche esercizi isometrici ed isotonici dei muscoli spinali, esercizi di equilibrio e di coordinazione motoria, al fine di ottimizzare l’utilizzo del busto stesso. Durante la fase di guarigione della frattura vi è poi la fase dello svezzamento graduale dal busto: utili sono esercizi attivi di mobilizzazione della colonna, isometrici ed isotonici dei muscoli anticifotizzanti, estensori spinali, ed esercizi isometrici dei muscoli addominali, per recuperare una postura corretta.

Una corretta mobilizzazione, e attività fisica favorisce tra l’altro il metabolismo osseo e il prevenire quindi nuove fratture.  Il programma di trattamento è opportuno sia individualizzato per ogni paziente, considerando la procedura chirurgica effettuata, l’età, le richieste funzionali, le menomazioni e le disabilità pre-intervento, le priorità del paziente, i fattori psicosociali.

Bibliografia

  1. Costa F, Ortolina A, Cardia A, Sassi M, De Santis A, Borroni M, Savoia G, Fornari M. Efficacy of treatment with percutaneous vertebroplasty and kyphoplasty for traumatic fracture of thoracolumbar junction. J Neurosurg Sci. 2009 Mar;53(1):13-7
  2. Lovi A, Teli M, Ortolina A, Costa F, Fornari M, Brayda-Bruno M. Vertebroplasty and kyphoplasty: complementary techniques for the treatment of painful osteoporotic vertebral compression fractures. A prospective non-randomised study on 154 patients.  Eur Spine J. 2009 Jun; 18 Suppl 1: 95-101.
  3. Lovi, A, Teli, M, Ortolina, A, Costa, F, Fornari, M, Brayda-Bruno, M. Vertebroplasty and kyphoplasty: Complementar tecniques for the treatment of painful osteoporotic vertebral compression fractures. Coluna/ Columna, 2009; 8 (1), pp. 57-62.

Informazione su Ricovero >